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Parma

La leva calcistica della classe ’68 di Francesco De Gregori

La leva calcistica della classe ’68 di Francesco De Gregori

dall'album TITANIC, 1982


di. M. E. Bellini

Canzone di una legerezza soffice, meditativa, colpise lo sportivo in maniera 'tosto', al cuore.
Indago e leggo diverse interpretazioni surfando in internet, da chi lo vede come una ...

"...celebrazione nostalgica dello spirito che animava la generazione del ’68, alla luce della disillusione che ne seguì..."

e trovo questa bellissima frase di uno che commenta il brano,

"...noi giovani correvamo dietro ad un sogno e magari siamo stati troppo “ingenui” e ci siamo arresi troppo presto, ma avevamo un ideale, contava il cuore, contava l’amico, contava la politica sana, quella che si faceva nelle fabbriche, nei circoli, anche a scuola e si scendeva in piazza, si protestava e si era solidali e si condivideva la barca tutti insieme..."

Cerco notizie e fatti in Wikipedia, e scopro che;

"...il canzone racconta la storia di un provino effettuato presso una squadra di calcio da un ragazzo di dodici anni (nato appunto nel 1968, da cui il titolo) con il cuore pieno di paura; musicalmente ha una melodia molto simile (in determinate parti pressoché identica) ad una canzone di Elton John del 1969, The Greatest Discovery, e nel finale strumentale cita la canzone Vento nel vento di Lucio Battisti.

La canzone è stata poi inserita da Gabriele Salvatores nella colonna sonora del film Marrakech Express, su sollecitazione di Diego Abatantuono, come ha dichiarato lo stesso regista:

« È stato Abatantuono a caldeggiare molto la canzone di Francesco, dato che a lui piaceva molto, ed effettivamente parla quasi della stessa storia del film e calzava quindi a pennello. »

Nel 2010 i Nomadi ne hanno realizzato una cover, inserita nell'album Raccontiraccolti...."


Ed ecco i testi:

Sole sul tetto dei palazzi in costruzione,
sole che batte sul campo di pallone e terra
e polvere che tira vento e poi magari piove.
Nino cammina che sembra un uomo,
con le scarpette di gomma dura,
dodici anni e il cuore pieno di paura.
Ma Nino non aver paura a sbagliare un calcio di rigore,
non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,
un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia.
E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai di giocatori
che non hanno vinto mai
ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro
e adesso ridono dentro a un bar,
e sono innamorati da dieci anni
con una donna che non hanno amato mai.
Chissà quanti ne hai veduti, chissà quanti ne vedrai.
Nino capì fin dal primo momento,
l’allenatore sembrava contento
e allora mise il cuore dentro alle scarpe
e corse più veloce del vento.
Prese un pallone che sembrava stregato,
accanto al piede rimaneva incollato,
entrò nell’area, tirò senza guardare
ed il portiere lo fece passare.
Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore,
non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,
un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia.
Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette,
quest’ altro anno giocherà con la maglia numero sette